Arancio amaro, Citrus aurantium amara (arancio forte, melangolo, melarancio)

Proprietà: Cura spasmi dolorosi di origine nervosa; difficoltà di digestione, stati d’ansia; inappetenza e debolezza dell’apparato gastrico;

Principi attivi: esperidina, essenza composta di limonane, citrale, citronellale e antranilato di metile, vitamina A e C, glucosio, tannino, auranziamarina, pectina;

Quando si raccoglie: foglie e fiori durante l’intero arco dell’anno, ma soprattutto all’inizio della primavera, quando la linfa scorre più abbondante nei tessuti fogliari, arricchendoli di essenza e di principi attivi;

Curiosità: dalla distillazione delle foglie dell’arancio amaro si ottiene un’essenza nota come petit grain, fra le più pregiate in profumeria, che entra nella formula dei più raffinati cosmetici e delle celebri colonie francesi.





  • digestivo: mettere in infusione 5 g di foglie in 100 g di acqua e berne due o tre tazzine al giorno, dopo i pasti.

  • sedativo: fare un infuso con 5 g di foglie e 2 di fiori (secchi o freschi) e bere una tazza di questa bevanda prima di coricarsi, magari addolcendo con miele.

  • aperitivo: con la scorza del frutto ancora acerbo, quindi di colore verde, preparare un infuso da bere a tazze prima dei pasti principali.

Anice verde, Pimpinella anisum (anacio, anaso, anico, anice del mare)

Proprietà: Cura l’eccessiva sudorazione, i disturbi derivanti dal sistema nervoso centrale (pressione bassa, stanchezza, rallentata attività cardiaca e respiratoria); favorisce l’espulsione di aria dall’aintestino e dallo stomaco, la digestione, il flusso mestruale;

Principi attivi: olio essenziale, amido, mucillagine, acido anisico, zuccheri, olio grasso, furfurolo, proteine gregge, pentosano, resine, pectina, colina, ossalato di calcio, clorofilla, acido stearico;

Quando si raccoglie: di questa pianta si usano soltanto i frutti, che vengono chiamati normalmente semi, che devono essere prelevati a piena maturazione, ossia fra agosto e settembre.

Curiosità: i semi di anice, mescolati a fiori secchi di lavanda e a un rizoma di giaggiolo (Iris germanica) servono a preparare i pacchettini aromatici da porre in mezzo alla biancheria per profumarla.




  • antidrotico: contro l’eccesso di sudorazione bere da quattro a cinque tazzine al giorno di infuso preparato con 5 g di semi ogni 100 di acqua; l’infusione deve durare una decina di minuti.

  • digestivo e carminativo: per favorire il processo digestivo, e anche per eliminare i gas dal tubo digerente (la presenza di gas provoca spesso dolorose contrazioni) bere subito dopo i pasti una tazzina di infuso tiepido preparato con 3 g di semi ogni 100 di acqua; l’infuso può essere addolcito, con miele.

  • tonico e ipertensivo: per dare a tutto l’organismo maggior tono, e anche per rialzare leggermente la pressione, bere subito dopo i pasti un bicchierino di vino in cui siano stati a macero per una settimana 10 g di semi ogni 100 g di vino bianco secco. Questa cura ha anche il pregio di favorire la digestione.

Angelica, Angelica archangelica (angelica di Boemia, angelica domestica, arcangelica)

Proprietà: Cura acidità, difficoltà di digestione, mancanza di appetito, catarro bronchiale, mestruazioni dolorose e irregolari, palpitazioni cardiache, dolori da contrazioni muscolari; ha anche buone proprietà diuretiche;

Principi attivi: olio essenziale, esteri dell’acido metiletilacetico ed ossimiristico, acido angelico, resina, tannino, pectina, angelicina amara;

Quando si raccoglie: la radice (si utilizza solo quella delle piante giovani) si estirpa in autunno, le foglie si raccolgono da maggio ad agosto, i frutti (o semi) alla fine dell’estate, ben maturi;

Curiosità: i piccioli delle foglie e dei fiori di questa pianta possono essere canditi e impiegati per guarnire o completare dolci e torte, oppure servire per preparare una marmellata di gradevole sapore, ottima per bambini, persone anziane e convalescenti perché agisce in modo benefico sul sistema nervoso con azione tonificante.



  • aperitivo digestivo: il vino aromatizzato con la radice di questa pianta (4 g ogni 100 g di vino bianco secco, lasciando macerare per una decina di giorni) può esercitare una duplice azione: aperitiva se bevuto prima dei pasti (un bicchierino), digestiva se bevuto dopo aver mangiato (anche due bicchierini).

  • sedativo: per calmare il sistema nervoso e anche per intervenire positivamente sulle funzioni cardiache, con azione tranquillante, si consiglia di bere tre o quattro tazzine da caffè al giorno di infuso preparato con 5 g di foglie ogni 100 g di acqua.

  • emmenagogo: per ristabilire la regolarità del flusso mestruale iniziare una decina di giorni prima dell’inizio del ciclo la cura a base di infuso (5 g di foglie ogni 100 di acqua, sempre ben caldo), pozione da bere in ragione di tre tazzine al giorno; si consiglia di addolcire l’infuso con miele. Ripetere la cura ogni mese, con regolarità

  • diuretico: le foglie più tenere dell’angelica, cucinate come spinaci, e mangiate con regolarità per almeno due settimane una volta al giorno, contribuiscono alla depurazione dell’apparato renale e promuovono abbondante emissione di urine.

Aneto, Anethum graveolens (finocchio fetido, finocchio puzzolente, neto)

Proprietà: Cura stati ansiosi, dolori conseguenti alla presenza di aria nello stomaco e nell’intestino, leggere astenie (senso di stanchezza e mancanza di appetito), scarsa produzione lattea, emorroidi, esplica anche una buona azione diuretica;

Principi attivi: olio volatile, limonane, fellandrene, pinene, cera, saponina, olio grasso, carvone, aiola, miristicina;

Quando si raccoglie: le radici in ottobre; i frutti alla fine dell’estate, quando sono ben maturi; la cima della pianta si raccoglie da giugno a tutto agosto;

Curiosità: con la cima della pianta (10 g ogni 100 di acqua) si prepara un infuso da usare tiepido per fare clisteri nel caso di emorroidi interne.



  • sedativo: l’infuso di 2 g di radice ogni 100 g di acqua, fornisce una pozione dall’effetto tranquillante, da bersi in ragione di tre tazze nel corso della giornata; l’ultima tazza deve essere bevuta mezz’ora prima di coricarsi.

  • carminativo: per espellere l’aria dallo stomaco e dall’intestino, bere due tazze di infuso di radice di aneto (3 g ogni 100 di acqua ben calda); si consiglia di bere la porzione subito dopo i pasti principali. Questa cura esercita anche una benefica azione diuretica e depurativa insieme.

  • aperitivo: preparare un vino aromatico lasciando macerare per 10 giorni 3 g di semi di aneto ogni 100 g di vino bianco secco, e prendere un bicchierino di questa gradevole bevanda mezz’ora prima dei pasti principali.

  • galattagogo: per favorire la secrezione lattea far bere alle giovani madri tre tazze al giorno di infuso ottenuto con 2 g di radice di aneto lasciati in infusione per un quarto d’ora in 100 g di acqua bollente.

Anagallide, Anagallis arvensis (bellichina, centonchio rosso, mordigallina, erba porraia)

Proprietà: Cura la scarsa secrezione biliare, l’eccesso di sudorazione e, in genere, i disturbi provenienti dal cattivo funzionamento del fegato;

Principi attivi: ciclamide, fermento peptonizzante, saponina, una sapotossina e primaverasi enzima;

Quando si raccoglie: praticamente per tutta l’estate, tenendo conto che per scopi curativi si usa l’intera pianticella, fiori compresi; è importante utilizzare solo gli esemplari ben sviluppati perché più ricchi di principi attivi;

Curiosità: si dice che molti animali evitino di mangiare quest’erba che, ad alcune specie, provoca noiosi disturbi intestinali; le galline, invece se ne cibano e pare che grazie ad essa cantino con maggior vigore.




  • coleretico: per provocare una più abbondante secrezione della bile prendere due o tre cucchiai al giorno di infuso preparato con 2 g dell’intera pianticella di anagallide lasciata in infusione per 10 minuti in 100 g di acqua. Si raccomanda di non superare le dosi indicate.

  • depurativo: per facilitare il funzionamento del fegato giova una cura di infuso (2 g di anagallide goni 100 di acqua) da bere in ragione di due cucchiai al giorno: uno al mattino a digiuno e uno alla sera, a una certa distanza dal pasto.

  • antidrotico: contro la sudorazione troppo abbondante, prendere cinque o sei cucchiaini da caffè al giorno di infuso (3 g di anagallide ogni 100 g di acqua), a distanza di qualche ora fra un’assunzione e l’altra. Si rinnova la raccomandazione di non superare le dosi indicate.

Altea, Althaea officinalis (malvischio, malvavischio)

Proprietà: Cura stitichezza (grazie alla notevole presenza di mucillagine), disturbi bronchiali, la disidratazioni dei tessuti e delle mucose, soprattutto di quelle intestinali;

Principi attivi: glucosano, saccarosio, asparagina, amido, betaina, pectina, fitosterina, oli grassi, tannino;

Quando si raccoglie: le radici in autunno (ma solo da piante che abbiano due anni di vita); foglie e fiori durante l’estate;

Curiosità: le radici di altea, dopo essere state ben essiccate, vengono impiegate come masticatorio durante la dentizione dei bambini. L’altea, per le sue molteplici virtù terapeutiche, viene utilizzata anche per la preparazione di varie specialità farmaceutiche oltre che costituire uno dei rimedi casalinghi più antichi e più diffusi della farmacopea popolare.


  • lassativo: per vincere la stitichezza, preparare un decotto di radice (4 g ogni 100 di acqua) e prenderne due cucchiai al mattino, a digiuno, e due cucchiai alla sera, prima di coricarsi.

  • espettorante: contro i disturbi bronchiali e per favorire l’espulsione del catarro, bere tre o quattro tazze al giorno di infuso ottenuto con foglie e fiori (4 g ogni 100 di acqua) lasciati in infusione per un quarto d’ora. L’infuso deve essere bevuto ben caldo, meglio se addolcito con miele.

  • emolliente: contro il mal di gola e l’irritazione del cavo orale, giovano ripetuti gargarismi e sciacqui eseguiti con un infuso ottenuto con 2 g di fiori e 100 di acqua bollente; l’infuso deve essere usato tiepido. Lo stesso infuso, ma freddo, può essere usato per lavaggi e impacchi contro la congiuntivite e altri disturbi oculari.

Alliaria, Alliaria officinalis (agliaria)

Proprietà: Cura piaghe e ferite, attacchi d’asma, le intossicazioni che interessano il fegato e il sangue;

Principi attivi: solfato di allile e sevenolo, olio eterio, sinigrina, pectina, carotina e acido ascorbico;

Quando si raccoglie: le foglie dalla primavera alla fine estate; i fiori allorché le corolle sono ben aperte, ma non accennano ancora a sfiorire;

Curiosità: le foglie più tenere dell’alliaria possono essere mescolate alla comune insalata, cui donano un particolare e non sgradevole aroma di aglio, rendendola appetitosa, più digeribile, stimolante i succhi gastrici.



  • disintossicante: contro le intossicazioni che riguardano il fegato e, quindi, anche il sangue, bere ogni mattina, a digiuno, una tazza di infuso ottenuto con 3 g di foglie e 100 g di acqua. La cura deve essere prolungato per almeno 10 giorni.

  • antiasmatico: sia per combattere l’asma sia come tonico per il sistema nervoso, bere tre bicchierini al giorno di vino bianco secco in cui siano stati a macero per 10 giorni dei fiori freschi di alliaria (3 g ogni 100 g di vino).

  • cicatrizzante: per guarire le piaghe e le ferite che stentano a cicatrizzarsi, applicare un cataplasma di foglie fresche, ben pestato in un mortaio oppure passate per pochi secondi in un frullatore. L’impasto, così ottenuto, deve essere posto fra due garze. Con lo stesso rimedio si può favorire la maturazione degli ascessi.

Alchimilla, Alchemilla vulgaris (sventagli, erba stella, ventaglina, pié di leone, stellaria)

Proprietà: Cura le forme di ansia, l’infiammazione della mucosa intestinale e gastrica; contribuisce ad aumentare il flusso del latte materno.

Principi attivi: sostanze amare, resina, tanninifitosterolo, saponina, vari acidi quali: salicilico, luetico, palmitico e stearico;

Quando si raccoglie: in piena estate.

Curiosità: le foglie di alchimilla passate nel frullatore,e quindi spremute attraverso una garza, forniscono un succo che serve a far schiarire le lentiggini; questa pianta, essiccata, entra nella famosa ricetta del cosiddetto tè svizzero, composto in parti uguali da foglie di assenzio, betonica, camedrio, issopo, origano, rosmarino, salvia, timo, veronica, e dai fiori di antennaria e tussilagine.



  • sedativo: contro le forme di ansia bere una decina di cucchiai al giorno di infuso preparato con 5 g di foglie ogni 100 g di acqua bollente. L’infusione deve durare un quarto d’ora. E’ consigliabile rinnovare l’infuso ogni giorno.

  • antinfiammatorio: bere una tazza di decotto al mattino, a digiuno; la pozione si ottiene facendo bollire 3 g di foglie ogni 100 g di acqua per una decina di minuti.

  • antiemorragico: per arrestare l’emorragia da ferite, in attesa di interventi più specifici, applicare un cataplasma di foglie fresche; inutile sottolineare che prima di essere utilizzate le foglie devono essere lavate con ogni cura o almeno, nei casi di emergenza, ripulire dalla polvere con un fazzoletto.
  • galattagogo: per favorire o aumentare il flusso del latte materno, applicare sul seno impacchi a base di infuso ottenuto con 6 g di foglie e 100 g di acqua. L’infuso deve essere usato quando è ancora abbastanza caldo, ma non bollente.

Ailanto, Ailanthus glandulosa (albero del paradiso, albero del cielo, sommacco persiano)

Proprietà: Cura disturbi intestinali di tipo diarroico; agisce anche da vermifugo e da antireumatico;

Principi attivi: ailantina amara, saponina, ossicumarina glucosidica, flobafene;

Quando si raccoglie: la parte che si utilizza dell’ailanto è la corteccia, che si stacca dal fusto e dai rami più grossi in primavera e in autunno;

Curiosità: l’ailanto è stato importato dall’Estremo Oriente nella speranza di poterlo utilizzare in sostituzione del gelso per l’allevamento dei bachi da seta, ma con scarso esito.



  • antidiarroico: preparare un infuso di corteccia (5 g se fresca e 3 g se essiccata ogni 100 g di acqua bollente) e berne due tazze al giorno: una al mattino a digiuno e una nel pomeriggio, lontano dai pasti principali. L’infusione della corteccia deve durare 10 minuti se il materiale è fresco, 15 minuti se la corteccia è secca.

  • antireumatico: grazie alla presenza di quercetina, le foglie dall’ailanto esercitano una notevole azione calmante negli attacchi reumatici e anche nel caso di distorsioni, ematomi, ecc. Le foglie devono essere fresche, ben pestate sino a ridurle in poltiglia, e infine applicate a guisa di cataplasma dopo averle stese su una garza. Tenere il cataplasma sino a quando le foglie sono asciutte e ripetere l’operazione almeno due o tre volte al giorno.

  • vermifugo: per liberare l’intestino dai parassiti, bere una tazza di decotto (al mattino, a digiuno) preparato con 3 g di corteccia bollita in 100 g di acqua per pochi minuti.

Agrimonia, Agrimonia eupatoria (eupatoria, erba Guglielmo, erba bettonica, erba da andata)

Proprietà: Cura gli ingorghi biliari, la stanchezza nervosa, i tessuti infiammati, gli attacchi reumatici;

Principi attivi: fitosterina, tannino, eupatorina (glucoside), acido citrico, quercitrina, vitamine C e K, sostanze amare che agiscono sull’attività epatica.

Si raccoglie: le foglie sono pronte per essere impiegate allorché hanno raggiunto un completo sviluppo, ossia da aprile a settembre, a seconda delle ragioni e del clima;

Curiosità: le foglie fresche di agrimonia, ben pestate, servono a fare cataplasmi per alleviare il dolore provocato da attacchi reumatici, contusioni, distorsioni, postumi di fratture o ematomi.



  • coleretico: con questo termine si indicano i rimedi che facilitano il deflusso biliare e in tal senso si raccomanda di prendere quattro tazzine al giorno (la prima al mattino a digiuno) di infuso preparato con 4 g di agrimonia (l’intera pianta) ogni 100 g di acqua bollente; l’infusione deve durare una decina di minuti.

  • stimolante del sistema nervoso: si ottengono ottimi risultati bevendo 2 bicchierini al giorno di vino medicato ottenuto facendo macerare per una settimana 5 g di foglie di agrimonia in 100 g di vino bianco secco. Il vino, dopo essere stato filtrato, deve essere conservato in frigorifero e bevuto ben fresco, ma non troppo freddo.

  • antireumatico: per far rilassare i muscoli contratti in seguito a un attacco reumatico, facilitare il ricambio e l’eliminazione degli acidi urici, bere 5 cucchiai al giorno di decotto preparato con 5 g dell’intera pianta bollita, per 10 minuti, in 100 g di acqua. Con lo stesso decotto si eseguono impacchi caldi.

Agrifoglio, Ilex aquifolium (pungitopo maggiore, alloro spinoso. leccio spinoso, pizzica topo)

Proprietà: Cura i disturbi urologici, le febbri ostinate e i postumi di malattie polmonari; esplica una buona azione calmante e agisce come depuratore del fegato;

Principi attivi: ilicina, sostanza amara, acido caffetannico, gomma, cera, destrosio, sostanze tanniche;

Quando si raccoglie: la radice si estirpa in autunno; le foglie si raccolgono in primavera; la corteccia si può staccare in qualsiasi periodo dell’anno mentre i frutti sono utilizzabili solo all’inizio dell’inverno, allorché giungono a completa maturazione;

Curiosità: l’agrifoglio è considerato uno dei simboli natalizi per eccellenza ed è ritenuto anche una pianta dai poteri propiziatori, apportatrice di fortuna e di prosperità.



  • diuretico: preparare un decotto con 3 g di radice di agrifoglio, bollita per 15 minuti in 100 g di acqua, e berne tre tazzine al giorno: una tazza al mattino a digiuno, una al pomeriggio e la terza la sera, prima di andare a dormire.

  • febbrifugo: per abbassare la temperatura corporea e provocare un’abbondante sudorazione, bere 4 o 5 cucchiai al giorno di decotto di corteccia ottenuto facendone bollire 3 g, per un quarto d’ora, in 100 g di acqua. Questa cura si rivela particolarmente efficace nelle febbri di origine polmonare o bronchiale.

  • depurativo: nei casi di intossicazione del fegato e anche in qualità di lieve sedativo del sistema nervoso, bere due o tre tazzine al giorno di infuso di foglie di agrifoglio (3 g ogni 100 di acqua bollente). L’infuso deve essere bevuto tiepido, eventualmente addolcito con miele.

  • purgativo: sei o sette frutti di agrifoglio, freschi o essiccati, agiscono da purgante; un numero inferiore di basse esplica azione lassativa.

Agnocasto, Vitex agnus-castus (legno casto, pepe dei monaci)

Proprietà: Cura il sistema nervoso, agendo come calmante e da leggero sonnifero; vanta anche proprietà anafrodisiache e interviene come regolatore del flusso mestruale;

Principi attivi: vitexina e vitexinina, vaticina alcaloide, cineolo, pinene, sabinene, castina (glucoside);

Quando si raccoglie: le foglie si spiccano dai rami dalla fine primavera alla fine di agosto, mentre i frutti sono pronti per essere utilizzati verso ottobre;

Curiosità: cespugli di agnocasto venivano piantati anticamente dinnanzi alla porta dei conventi in segno di castità; i frutti di questo arbusto, ben essiccati, vengono impiegati per sofisticare il pepe in grani.



  • calmante: per conciliare il sonno e anche a scopo sedativo del sistema nervoso, porre sulla fronte impacchi tiepidi a base di un infuso di foglie (3 g ogni 100 di acqua bollente); l’infusione deve durare una ventina di minuti. E’ bene usare ogni volta infuso fresco, ossia appena preparato. Questa pozione agisce positivamente anche nei casi di abnorme eccitazione di origine sessuale.

  • antimenorragico: per regolare il flusso mestruale, e anche per renderlo meno doloroso, bere quattro o cinque cucchiai durante la giornata di infuso ottenuto con 6 g di bacche ogni 100 g di acqua (tenere in infusione per un quarto d’ora). Per ottenere un risultato positivo, si raccomanda di iniziare la cura una decina di giorni prima dell’inizio del ciclo mestruale.

  • antinfiammatorio: il decotto preparato con 4 g di bacche bollire per 10 minuti in 100 g di acqua, può essere utilizzato per il lavaggio intimo, da ripetere due o tre volte al giorno, ed esercita una notevole azione calmante anche nel caso di prurito o di grave irritazione vaginale.